SONIA BERGAMASCO: A LATINA HA PORTATO IL SUO ACCADEMICO “FRAMMENTI PERSONALI DI UN PERCORSO”
di Giovanni Berardi
Adesso Sonia Bergamasco è nelle sale italiane con l’intenso film di Marco Tullio Giordana “La vita accanto”. Sonia Bergamasco ricopre un ruolo fondamentale nel film che, come ricordiamo, è tratto dal romanzo omonimo di Mariapia Veladiano, tra l’altro il romanzo d’esordio della sua ricca carriera di scrittrice, titolo giunto anche secondo sul podio del prestigioso premio Strega nel 2013, dopo aver conquistato il premio Italo Calvino prima, il premio Alabarda e il premio Cortina D’Ampezzo dopo. “La vita accanto” poi, il film di Marco Tullio Giordana, ci è piaciuto molto. Risente un po’, è vero, delle corde del cinema di Marco Bellocchio, da cui è partito il progetto: la provincia claustrofobica, l’esplosione dei disagi familiari, la cupezza e la gabbia della educazione borghese. Ma Giordana è cresciuto e il suo stile è personalissimo e nel suo film si possono contare diverse certezze d’autore. Bravissimi poi tutti gli interpreti, compresi i bambini, però noi non abbiamo alcuna difficoltà ad ammettere che la performance di Sonia Bergamasco, oggi nel film, è assolutamente una spanna sopra gli altri. Del suo meraviglioso mestiere d’attrice Sonia Bergamasco dice: “in ogni lavoro portiamo la nostra vita al presente, la forma e l’esperienza del nostro percorso. E la dobbiamo coniugare con la storia da raccontare., la forma con cui immergerci per raccontare quella storia. E’ una alchimia e un lavoro d’ascolto profondo. Certo c’è un continuo lavorio, costante, necessario e quotidiano. E non tutto è spiegabile, non tutto è quantificabile”. Degli incontri di lavoro poi, al teatro e al cinema, certo formidabili, ad esempio con personalità quali Carmelo Bene, Giorgio Strehler, Franco Battiato Giuseppe Bertolucci e Marco Tullio Giordana Sonia Bergamasco ricorda: “gli incontri sono fondamentali, quelli difficili e quelli più facili. Questi citati poi sono tra i più importanti, hanno inciso proprio su alcune mie scelte e hanno chiarito il mio percorso”.
Sonia Bergamasco l’avevamo conosciuta al Teatro Vascello di Roma, proprio tra gli applausi, e proprio durante la performance teatrale proposta da Emanuele Trevi con la regia di Giuseppe Bertolucci, “Karenina prove aperte di infedeltà”. Sonia Bergamasco poi è soprattutto nota al grande pubblico per essere stata (ed ancora lo è) Livia, la storica compagna di Salvo Montalbano della famosissima fiction televisiva “Il commissario Montalbano”. Ma in realtà Sonia Bergamasco è molto altro. E questo altro è certamente il bel cinema italiano, quello per intenderci di Giuseppe Bertolucci e di Marco Tullio Giordana. Ed è anche il teatro, la musica, la scrittura. Noi ricordiamo Sonia Bergamasco in scena a Latina quando, al conservatorio Ottorino Respighi, ha portato in prova, solo qualche primavera fa, quello che lei aveva definito dal palco pontino il suo “Frammenti personali di un percorso”, lo spettacolo che riecheggiava, tra musica e canzoni, quello che era stato, quello che è e quello che sarà il cammino professionale dell’attrice. Uno spettacolo “fondamentale” dunque, come lei stessa lo aveva definito, seppur nella sua conclamata austerità scenica nell’aula magna del conservatorio Ottorino Respighi di Latina. Vederla in quel “composto”, come poi ha spiegato, è stato per noi un sogno assoluto e divino. Diafana, dinoccolata, raccolta in scena e dentro un viso che era e rimane sorprendentemente bellissimo e che affascina, esprime, commuove, ammalia, rivela, reagisce. E tutto questo al contempo. Sonia Bergamasco oggi significa sempre, noi diciamo “soprattutto”, Carmelo Bene. Dice Sonia Bergamasco: “certo, io ho avuto la fortuna di incontrare Carmelo Bene, di studiare con lui dopo avere fatto un percorso teatrale piuttosto lungo, quindi avendo nel mio bagaglio una certa e solida esperienza tecnica di base. E con un diploma in pianoforte conseguito al Conservatorio.
L’esperienza del Conservatorio poi è stata certamente quella che io chiamo l’anello di congiunzione per l’incontro con Carmelo Bene, perché per lui la conoscenza del linguaggio della musica era davvero una fondamenta, la sentiva esattamente come un vantaggio su tutto, una possibilità per la necessità reale di un attore. Carmelo Bene, pur non sapendo assolutamente leggere la musica, era assolutamente una creatura musicale”. Sonia Bergamasco, semplicemente osservandola sul proscenio dell’Ottorino Respighi, dopo averci regalato un pomeriggio di quello che lei aveva definito “un frammento personale del suo percorso” composto di musica, di teatro e di cinema, un percorso insomma di arte assoluta, ebbene, quel pomeriggio, una volta riusciti a cogliere l’attimo che davvero fuggiva, era davvero, lei, Sonia, l’espressione raggiante, culminante, totalizzante. I nostri complimenti, una volta al suo cospetto, sono stati veloci, onesti, generosi: il suo percorso recitato a braccio, “non ancorato ad un canovaccio”, non possiamo non dirglielo, è rimasto semplicemente perfido nella sua maestosità, nella sua canaglia bellezza, nella sua atroce bravura. E Sonia Bergamasco ormai assorta ai piedi del proscenio, tra un pianoforte a coda, tra un violoncello, una chitarra, un clavicembalo ed un tavolo di lettura, incredibilmente muta, la abbiamo avvertita quasi come “demolita” dalla performance regalata. Nel suo animo la abbiamo ritenuta forse emblematicamente anche sconfitta e posseduta dalla potenza dell’ego artistico. Accucciata, scalza, con le gambe tirate sul suo ventre, Sonia Bergamasco sembrava siglarsi nei suoi pensieri: ecco, in quel momento che era sembrato di abbandono aduna entità che forse è il mistero, il fascino sublime di Sonia Bergamasco aveva raggiunto l’estremo meandro, l’infinito pensiero, qualcosa che davvero aveva avuto a che fare, forse, con il soprannaturale, con il mistero raggiante, con la filosofia eccelsa, con la felicità che solo un karma così forte può regalare.
La beltà di Sonia Bergamasco non poteva non incontrare sulla sua strada anche il bel cinema, anzi incontrare tra l’altro quattro registi “belli” come sono stati certamente Bernardo e Giuseppe Bertolucci e Franco Battiato (Giuseppe Bertolucci poi ha seguito ed amato il percorso di Sonia anche in teatro) e come lo è tuttora Marco Tullio Giordana.
Adesso due scadenze importanti sigleranno l’immediato futuro di Sonia Bergamasco: la sua prima regia in un film che ritratta l’attrice Eleonora Duse e che, come dice Sonia Bergamasco “non sarà un film su Eleonora Duse ma sarà certamente un film con Eleonora Duse”. Dice Sonia Bergamasco: “Eleonora Duse da quando ho cominciato il mio percorso d’attrice è stata per me una luce e un mistero. Per me è necessario regalargli questo dono”. E soprattutto è già in libreria l’edizione del suo primo libro, “Un corpo per tutte. Biografia del mestiere d’attrice”, Einaudi Editore, dove Sonia Bergamasco ha richiamato, come ha detto, “e proprio in tutte le sue forme, questo meraviglioso mondo del teatro e del cinema”.
Scrivi un commento