“BUONVINO TRA AMORE E MORTE”: IL NUOVO LIBRO DI WALTER VELTRONI

di Giovanni Berardi

W. Veltroni G. BerardiIl commissario Buonvino è giunto al suo quarto capitolo: “Buonvino tra amore e morte”, edito dalla Marsilio  editore, arriva a ruota dopo la pubblicazione de “Assassinio a Villa Borghese”, “Buonvino e il mistero del bambino scomparso” e “Un delitto al Bioparco”. Una serie fortunata dunque, nata dall’acume storico politico filosofico di Walter Veltroni.  Chi è dunque il commissario Buonvino?  Dice Walter Veltroni:  “Buonvino è     un commissario che agisce nel presidio di Villa Borghese, in un commissariato istituito, in quella cornice stupenda, come già spiegato nel primo volume,  per volere assoluto di un sindaco profondamente innamorato di quel parco”.  E quel sindaco potrebbe certo essere proprio lui, insomma una cornice cucita   un po’ addosso  ai suoi sentimenti, poiché Walter Veltroni è stato per ben due mandati sindaco della città eterna. Dice Walter Veltroni:  “Villa Borghese è un posto straordinario di Roma, un parco culturale come   non ce ne sono proprio in gran parte dell’ Europa”.  Continua Walter Veltroni: “l’interno di questo parco è     la Galleria nazionale d’arte moderna, il Museo e la Galleria Borghese, il cinema Dei Piccoli, la Casa del cinema, Il Bioparco, la Casina di Raffaello, il Museo Etrusco di Valle Giulia, il Tempio di Esculapio, la Fontana delle Rane. E tutto quanto  dentro una meraviglia verde che comprende il Muro Torto, il Galoppatoio, il Pincio, il Parco dei Daini, Piazza di Siena”.  Dice Walter Veltroni: “sin dal primo libro ho pensato che ambientare a Villa Borghese una serie di episodi di violenza, come possono essere quelli inevitabilmente legati ad un racconto giallo, avrebbero avuto un impatto maggiore, proprio perché Villa Borghese a Roma è il luogo assoluto della serenità, un luogo di gioco e di incontri, dove le persone possono anche innamorarsi e dove agli anziani è possibile rilassarsi”. “Ma perché succede tutto a Villa Borghese?”    è l’obiezione che abbiamo avanzato all’autore e Walter Veltroni è stato pronto a rispondere:“per lo stesso motivo per cui tutto succede a Vigata”. Vigata è il  comune siciliano immaginato dallo scrittore Andrea Camilleri, padre del commissario Montalbano, il paese dove, pur piccolo che sia, capita un morto ogni quarto d’ora. Continua Walter Veltroni: “in realtà è il dono e il piacere della fantasia, il gioco W Veltroniche si crea tra il lettore di un giallo e lo scrittore”. Walter Veltroni ha iniziato a Cisterna di Latina e a Velletri, località collinare pontina, il suo corposo  “tour”  letterario che lo porterà in  giro, nei prossimi mesi, nelle librerie e nei teatri italiani. Walter Veltroni è la copertina de Buonvino tra__ amore e mortecertamente la personalità culturale che nel novecento ha segnato anche molti e importanti momenti politici.  Da sempre amante della cultura   più “pura” e più “popolare” oggi Walter Veltroni si riconosce piuttosto nel ruolo di scrittore e di regista cinematografico  ed il suo commissario Buonvino, come accennato, è già alla sua quarta memorabile indagine.  Cosa ha spinto, in definitiva, l’ex vicepresidente del Consiglio e l’ex ministro della Cultura del governo Prodi, l’ex segretario dei Ds prima e del Pd dopo e l’ex sindaco di Roma a scrivere oggi una serie di libri di stampo poliziesco? Dice Walter Veltroni: “semplicemente la grande voglia di provare a misurarmi finalmente con il genere, di provare anche ad essere a mio agio con  la nuova materia letteraria”.

Walter Veltroni oggi è certo il ritratto di un altro tempo, degli anni settanta in particolare, gli anni dove si è  formata la sua sensibilità politica e culturale. Anni di hippy, di femministe, di manifestazioni di  piazza, di eterne discussioni politiche, di fantasmi del terrorismo, una Italia insomma che nel giro di poche generazioni si è frantumata. E il ricordo in questo contesto non può non correre anche ad un Veltroni, testimonial del famoso poster per il cinema e contro gli spot con il suo “non si spezza una storia, non si interrompe una emozione”. Questo per ricordare ancora come Walter Veltroni, nella storia pubblica e privata, sia stato e    sia rimasto un intellettuale ed un politico assolutamente in cerca di risposte ideologiche.  Walter Veltroni,     al tempo della sua “passione” politica veniva chiamato da tutti  “il buono”, colui che perfino i vignettisti   hanno disegnato poco perché ha sempre ispirato fiducia. Per anni poi Walter Veltroni è stato l’intellettuale    e il politico più amato dal mondo dello spettacolo italiano, da Ettore Scola ai fratelli Guzzanti,da Francesco de Gregori a Serena Dandini. Eletto sindaco di Roma una prima volta nel 2001 (e qui ha portato a cena        a Roma quasi tutta Hollywood anche per essere stato il co-fondatore della Festa del Cinema di Roma) è stato poi riconfermato nel 2006 per dimettersi il 13 febbraio 2008 e candidarsi alle elezioni politiche per la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri. La prima volta da Deputato alla Camera della Repubblica Italiana per Veltroni nasce invece dal risultato alle elezioni politiche del 1987, quando fu eletto nelle liste    del partito comunista italiano proprio nella circoscrizione di Roma, Viterbo, Latina e Frosinone.  E tutto  questo “parterre”, tutta questa testimonianza, nella stesura dei suoi romanzi gialli ed anche nella stesura   dei suoi romanzi sociali e storici  (solo tre titoli, “Il sogno spezzato” dedicato a Robert Kennedy, “Senza Patricio”  dove racconta il sogno argentino,  “Il disco del mondo. Vita breve di Luca Flores, musicista”      dove Walter Veltroni compie davvero uno scavo emotivo nella tormentata esistenza di un artista infelice) sembra  apparire anche oltre la dinamica letteraria, ad insistere proprio nella dimensione del tessuto quotidiano.  Oggi Walter Veltroni, attraverso la sua storia semplicemente culturale, ma anche per quello   che sempre rappresenta, cioè la storia della sinistra italiana migliore, sembra sintetizzare: “diciamo pure   quel che vogliamo, ma se non esiste più lo schiavismo, se le donne hanno conquistato diritti inimmaginabili in un mondo che nel novecento non le voleva nemmeno fare votare, se il razzismo è una colpa e non una    norma, se esiste lo Stato Sociale, il merito è da attribuire, e questo nessuno, onestamente, può negarlo,   alle battaglie e al sacrificio delle persone che, nella storia, hanno coltivato ideali di sinistra”.  “Assassinio        a Villa Borghese”, “Buonvino e il caso del bambino scomparso” ,“C’è un cadavere al Bioparco”, così       come anche l’ultimo, “Buonvino tra amore e morte”, si nutrono assolutamente di queste “necessarie” e “profonde” esperienze. E fanno di Walter Veltroni, scrittore anche nella narrativa gialla, un caso certamente unico e straordinario.

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