“AGE PRIDE. PER LIBERARCI DAI PREGIUDIZI DELL’ETA’”: IL NUOVO ROMANZO DI LIDIA RAVERA
di Giovanni Berardi
“Age Pride. Per liberarci dai pregiudizi sull’età”, collana Super et Opera viva della Einaudi Editori è il nuovo libro di Lidia Ravera. Lidia Ravera ha inciso sul nostro immaginario sin dal suo primo romanzo, “Porci con le ali”, un “libello” scritto a quattro mani con lo psicoterapeuta Marco Lombardo Radice ed ha continuato poi in un crescendo che l’hanno fatta arrivare a pubblicare un totale di trentacinque libri. La scrittura in tandem, nel suo primo romanzo, con Marco Lombardo Radice, un compagno, per Lidia Ravera, anche di avventure socio politiche e filosofiche nel periodo, è stata certo fondamentale. Gli studi poi, insieme all’esperienza dipsicoterapeuta per l’infanzia e per l’adolescenza di Lombardo Radice, han fatto binario con l’esperienza e la predisposizione artistica e letteraria della Ravera tale da proseguire poi talmente in simbiosi e realizzare“Porci con le ali”, un’opera assolutamente dentro la realtà psicologica, sociopolitica, filosofica di una intera generazione, quella che andava dai quindici ai vent’anni nel periodo deputato, l’anno a cavallo tra il 1976 e il1977 e che poi in effetti ha generato e condizionato il grosso risultato in libreria. Dice Lidia Ravera: ”oggi ho scritto questo libro, “Age Pride”, pensando proprio a me stessa e a tutte le persone della mia fascia d’età che in Italia sono ben il ventitre per cento della popolazione. Questa percentuale, e non è certo una minoranza, sta entrando dunque nel terzo tempo, un terzo tempo che durerà trenta anni, almeno si spera, ma la statistica dice che questo terzo tempo dovrebbe essere molto lungo. Dice Lidia Ravera: “il mio desiderio è che la vita duri tutta la vita, che la vita di tutti gli esseri umani duri tutta la vita e non due terzi.Invece se noi crediamo allo stigma sociale imperante, nonostante tutto, che cancella le persone che non sono più produttive, come se la vita fosse un mercato, se noi crediamo a questo la vita finisce dopo i due terzi. E dopo c’è questo lungo declino, questa via crucis in attesa della fine”. “Age Pride. Per liberarci dai pregiudizi dell’età” è un libro che si legge davvero in fretta, “infatti è corto” come dice Lidia Ravera,ma per noi può diventare un libro essenziale, quasi un prontuario, anche una ricetta salvavita per tutte quelle persone oltre i sessantacinque anni di età che, ad un certo punto, possono o sembrano smarrire quel capitale di “conoscenze” e di “cognizioni” che invece, in verità, hanno “preziosamente” accumulato nel corso degli anni vissuti. Dice Lidia Ravera:“la nostra è la prima generazione che sa di avere davanti a sé una vecchiaia molto lunga. Talmente lunga che deve riarredarla, ridefinirla, ristrutturarla”. Lidia Ravera poi ne è convinta e lo afferma: “la terza età non è semplice, ma è molto affascinante”.Girare tra le mani questo libro significa anche prendere consapevolezza, è un testo che resta importante proprio per questo. “Age Pride” è un titolo che certamente trova il suo prologo nel romanzo precedente di Lidia Ravera, “Il terzo tempo”, pubblicato nel 2018. “Il terzo tempo” è stato un titolo scritto dalla Ravera nella forma “necessaria” di romanzo, in cui l’immaginazione era protagonista più del vissuto, al contrario di questo “Age Pride”, concretizzato da Lidia Ravera più in termini sociologici e quasi psicoanalitici, un titolo insomma che è molto attinente e molto dentro la difficoltà della realtà narrata, quella dei confini della terza età. Lidia Ravera in fondo è la generazione che ha fatto il sessantotto e quella che ha vissuto il movimento del femminismo.
E’ la generazione che ha cambiato il diritto di famiglia, quella che ha cambiato la relazione tra i sessi, quell che ha tentato disperatamente di inventare anche una società diversa. Nelle fabbriche, nelle carceri, nelle caserme questa generazione, oggi invecchiata, ha contribuito davvero a conquistare cose importanti”. Come dice Lidia Ravera: “siamo una generazione che è stata piuttosto intraprendente già a sedici anni, a diciotto, a venti anni, una generazione insomma che può e vuole essere intraprendente ancora oggi che ha superato i sessantacinque anni di età”. La vecchiaia, dunque, tema dominante del libro, come poterla definire in un concetto? Dice Lidia Ravera: “la vecchiaia non è una pura sconfitta, semplicemente è una stagione della vita, esattamente come tutte le altre stagioni, come l’infanzia, l’adolescenza, la giovinezza, la maturità”. Continua Lidia Ravera: “siamo l’ultima generazione fondata sui libri e restiamo l’ultima generazione rivoluzionaria. E questo può spiegare già molto”. Certo la verità spiega che chi ha affrontato una stagione della vita così lunga e così importante ha accumulato sicuro tanto sapere, tanto pensiero, tante sconfitte, tante vittorie, tanti guai e tante soluzioni e proprio per questo, come dice Lidia Ravera “non puoi infilare la stagione della vecchiaia in una categoria. Abbiamo per la prima volta nella storia trent’anni di vita in più. Passati i sessantacinque, lo ripeto, si campa ancora parecchio e abbiamo diritto, visto che siamo i primi a vivere questa lunga vecchiaia, a cambiare anche gli aggettivi di definizione”. Domanda: il libro può essere letto anche come un dialogo intergenerazionale tra gli anziani e i giovani? Dice Lidia Ravera: “assolutamente deve essere letto così. E’ uno dei valori. In fondo se tu sei giovani o muori o invecchi. E allora questo prontuario, come lo hai definito, forse un po’ eccessivamente, può avere la sua priorità ed il suo perché esistenziale proprio in questo dialogo”
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