LATINA, ZERO-WASTE 2020
di Fabio Potenza
Nell’immaginario collettivo, l’accezione negativa che accompagna la parola “rifiuto”, è limitante nei confronti delle opportunità che questi possono fornirci senza evocare immagini di degrado ed emergenza. Non va trascurato il fatto che i rifiuti rappresentano uno dei problemi ambientali di maggiore urgenza ed interesse e che possono portare a impatti significativi sia a livello locale che su scala nazionale, anche con situazioni di emergenza non poco trascurabili. Da molti anni oramai i rifiuti sono visti come una risorsa da sfruttare: la Comunità Europea ha tracciato la strada per ridurre i quantitativi di rifiuti che vengono conferiti in discarica (discarica Zero), senza tralasciare la possibilità di trasformarli in risorsa energetica. Secondo i dati di Nomisma Energia (2011) e tenendo conto del contenuto energetico dei rifiuti, vengono sprecati in discarica circa 3,7 milioni di Tonnellate Equivalenti di Petrolio (TEP), per un valore di circa 1,2 miliardi di euro; negli ultimi dieci anni la distruzione di ricchezza in discarica è stata pertanto di 11 miliardi di euro (0,7% del PIL). Non di secondaria importanza è capire l’impatto sul nostro territorio della gestione dei rifiuti e delle discariche, anche in funzione dello spazio che vanno ad occupare: il nostro territorio si presta poco a queste pratiche a causa delle dimensioni impiantistiche. Una delle soluzioni per la diminuzione dei conferimenti in discarica è implementare soluzioni tecnologiche e impiantistiche per il recupero energetico nonché per il riciclo delle diverse frazioni merceologiche dei materiali contenuti nei rifiuti; è quindi necessario adottare un Sistema Integrato di Gestione (SIG) al fine di raggiungere l’obiettivo di minimizzare il ricorso alla discarica. Le linee guida per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati arrivano dalla Comunità Europea attraverso la direttiva comunitaria 2008/98/CE. Al fine di promuovere il riciclaggio di alta qualità òe Regioni sono tenute a stabilire i criteri con i quali i Comuni debbano provvedere ad attivare la raccolta differenziata in conformità all’articolo 205 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Entro il 2015 la raccolta differenziata dovrà trovare attivazione almeno per carta, metalli, plastica e vetro, e ove possibile, per il legno senza dimenticare di adottare le misure necessarie per conseguire, entro l’anno 2020 la quota del 50% in peso di materiale differenziato. Un esempio di ottimizzazione della gestione dei rifiuti arriva dalla Regione Umbria, dove in pochi anni la produzione complessiva di rifiuti è diminuita di oltre 100.000 t/anno con un dato medio regionale del 50%, si è così ricavato che i quantitativi annuali di rifiuti raccolti attraverso la differenziata, per la prima volta, superassero il volume dei rifiuti indifferenziati. Il successivo adeguamento e potenziamento degli impianti di Trattamento Meccanico-Biologico (TMB), con il recupero della frazione organica dei rifiuti, frazione secca del rifiuto non differenziato, saranno gli strumenti principali per il recupero di materia e del recupero energetico. Infatti le normative dell’Unione Europea hanno l’obiettivo della dismissione delle discariche e definiscono il graduale recupero di energia conferendo in discarica la sola materia residua dei processi, come le ceneri residue della termovalorizzazione (Bottom Ash). Promuovendo il recupero dei rifiuti attraverso azioni di riciclo e compostaggio in fasi successive alla raccolta differenziata, diminuendo così drasticamente l’utilizzo delle discariche evitando di depauperare territori, ecosistemi e salute. Purtroppo l’Italia si trova ancora in una fasi di inconsapevolezza rispetto ad altri Paesi Europei per quanto riguarda l’utilizzo dei Combustibili Solidi Secondari (CSS). Molti dei Paesi comunitari come Germania, Svizzera, Olanda, Belgio, Svezia, Austria, Danimarca e Norvegia sono paesi virtuosi in quanto conferiscono in discarica quantitativi di rifiuti non superiori al 7%, a differenza dell’Italia che ha una media del 30 – 50%, il ricorso ad impianti per il recupero energetico in Europa conta circa 450 impianti attivi ed è in aumento. Dal Bollettino Ufficiale n.10 del 14-03-2012 della Regione Lazio si ricava la previsione della produzione di rifiuti per gli anni 2011-2017, l’applicazione di alcuni modelli previsionali sviluppati dalla Regione, ha portato alla costruzione di due grafici di seguito riportati. Nella Figura 1 sono riportati i quantitativi previsti nel Lazio a confronto con Roma e successivamente (Figura 2) i quantitativi previsti di Latina, Frosinone, Rieti e Viterbo. Il secondo istogramma evidenzia che la provincia di Latina ha una produzione annua di circa 3.000.000 t/anno, questo dato a confronto con gli altri comuni rende chiara la necessità di attivare un piano strategico e virtuoso per la diminuzione dei rifiuti.
La percentuale dei materiali differenziati si attesta oggi al 34.5%. Si evince dalla Figura 3 che l’andamento della raccolta differenziata è aumento nel periodo 2006-2008 per poi stabilizzarsi fino al 2013. Altro grafico interessante è proprio il confronto tra i quantitativi differenziati e indifferenziati (Figura 4), purtroppo non si hanno dati aggiornati al 2014 per confrontare i dati e avere uno scenario completo. Sicuramente il quantitativo di materiale indifferenziato è ancora la frazione maggiore di rifiuto prodotto.
La pratica del conferimento in discarica dei rifiuti solidi urbani non differenziati non è più sostenibile. Si dovrà strutturare un piano operativo e strategico a lungo termine che renderà la Città e la Provincia libere dal “peso” dei rifiuti. Sfruttare la seconda vita dei rifiuti attraverso trasformazioni e trattamenti potrà solo portare benefici economici al territorio garantendo il suo sviluppo per le generazioni presenti e future. Certo è che il cambiamento non arriverà da un giorno all’altro ma potrà avvenire solo attraverso la somma di iniziative che porteranno a risultati che si propagheranno su tutto il territorio, raggiungendo il virtuosismo che ancora manca.
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