IL TEMPIO DI SAN GIOVANNI BOSCO- Un esempio di architettura e arte contemporanea
Ugo De Angelis
Certo che quando un mese fa il nostro caro ed eclettico amico Gianfranco Compagno appena reduce da una visita al Museo Venanzo Crocetti, ci propose di organizzare una gita presso la basilica di San Giovanni Bosco in Roma dove, tra l’altro, sono presenti alcune opere dell’artista, non pensavamo che poi ne potesse scaturire una così utile e interessante esperienza.
Anche se non è facile accendere gli entusiasmi e uscire da quel torpore o anche da quella pigrizia che spesso avvolge il nostro contesto di provincia, alcuni di noi, forse più attenti o meno disillusi architetti, si sono lasciati piacevolmente coinvolgere. Così nel primo pomeriggio di mercoledì 15 febbraio, l’amico Gianfranco insieme ai nostri “eroi” colleghi architetti: Anna Civita Pieretti, Elisabetta Casoni, Roberto Farri, Giovanni Brilli, Michele Magliocchetti e Ugo De Angelis, arrivati alla spicciolata davanti al sagrato della chiesa hanno trovato ad accoglierli il gentile Vicario Parroco Ruggero Ciuffetti rivelatosi poi ottimo conoscitore e preziosa guida. Da lì, già da un primo sguardo verso la profonda piazza si nota che quell’effetto metafisico dechirichiano che fece innamorare il nostro Fellini, tanto che volle inserirlo nella sceneggiatura del suo film “La dolce vita”, ora appare inibito dalla presenza
delle alte quercus ilex e dal caotico formicaio di autovetture, così sfuma anche alla vista quello spazio unitario contenuto da due linee di costruzioni e quella prospettiva urbanistica in cui la chiesa costituisce il fondale monumentale voluto dal progettista architetto Gaetano Rapisardi. Al nostro fianco l’imponente basamento rettangolare della Basilica sostiene due cupole, la maggiore al centro alta circa 47 mt per un diametro di quasi 40 mt il cui tamburo è suddiviso in due ordini di pilastri come le facciate dei palazzi residenziali posti sui lati lunghi della piazza il cui complesso unitario ci riporta alla memoria analogie architettoniche con il quartiere dell’E42. La Cupola maggiore con la cui cuspide raggiunge un’altezza di 72 mt, primeggia sull’intero contesto urbano e sulla cupola minore posta dietro in corrispondenza dell’altare sui cui lati si innalzano due torri campanarie. La facciata del Tempio e i suoi grandi portali contengono sei statue marmoree mentre al centro spicca l’alto rilievo di Arturo Dazzi raffigurante l’apoteosi di San Giovanni Bosco. Sostiamo nel pronao e anche qui fanno mostra di se
statue bronzee e il portone centrale rivestito da grandi pannelli con i bassorilievi di
Federico Papi. L’interno presenta un impianto basilicale a tre navate dove su quella centrale sovrasta solenne la grande cupola che inonda l’intero organismo di luce, anche se a seguito dei recenti episodi di distacco di frammenti di cemento della copertura lo spazio è stato pesantemente compromesso da una ingombrante, si spera provvisoria, impalcatura di protezione che comunque non spegne la spettacolare luce delle vetrate policrome di Marcello Avenali e di Lorenzo Gigotti poste nei tamburi delle due cupole. Più in là il transetto, in una delle tribune laterali, contiene un grande organo, mentre sull’altare centrale la cupola minore illumina lo splendido mosaico di Giovanni Brancaccio che raffigura la gloria del Santo. I pilastri delle navate ospitano 14 splendide formelle di bronzo della Via Crucis, opera di Venanzo Crocetti così anche il grande crocifisso collocato nella prima delle 14 cappelle laterali. Il “Tempio” consacrato nel 1959 è ricco di opere d’arte di tanti artisti tra i migliori del ‘900: Ercole Drei, Attilio Selva, Pericle Fazzini, Lyda Preti, Francesco Messina, Emilio Greco, Michele Gorrisi, Giovanni Amoroso, Francesco Nagni, Eugenio De Courten e tanti altri ancora. La visita nella Basilica di San Giovanni Bosco nell’omonimo quartiere sulla via Tuscolana a due passi da Cinecittà, è stata un’esperienza unica che consigliamo vivamente a tutti gli amanti dell’arte e
dell’architettura contemporanea.
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