“IO, ARLECCHINO”, UNA STORIA SEMPLICE DI UN UOMO ALLA RICERCA DELL’IDENTITÀ PERDUTA

Francesco Giuliano

 “Io, ArleOLYMPUS DIGITAL CAMERAcchino”, opera prima, come lungometraggio, del giovanissimo Matteo Bini e film esordio come regista dell’attore Giorgio Pasotti, è una  favola  moderna che racconta “una  storia semplice  ma  ricca,  che  farà  ridere  e  piangere”, avvolta dall’atmosfera magica della famosa maschera bergamasca di Arlecchino della  Commedia dell’Arte italiana, dove commedia e dramma si mescolano sapientemente attraverso una storia emozionante e appassionante di due protagonisti, Giovanni e Paolo, rispettivamente padre e figlio.

Paolo (Giorgio Pasotti), mentre conduce un talk show televisivo, riceve una telefonata con la quale apprende che il padre Giovanni (Roberto Herltzka) è stato ricoverato in ospedale. Il giovane, allora, ritorna al paese natio, il piccolo borgo medievale di Cornello di Tasso, in provincia di Bergamo, dove viene a conoscenza della grave malattia del padre, a cui restano gli ultimi mesi di vita. Giovanni, ex attore teatrale e famoso Arlecchino, incurante di ciò vuole continuare a recitare con la piccola compagnia teatrale del paese, mettendo in scena spettacoli di Commedia dell’Arte. In tal modo, Paolo, trovandosi a stare in contatto con il padre e con il mondo in cui è nato e cresciuto, ristabilirà il legame con le sue origini e ridefinirà la sua  identità, riscoprendo il tesoro Io, Arlecchino - Copiaartistico insito nella maschera di Arlecchino, “simbolo di positiva  vitalità,  di  forza ed energia, capace  di reinventarsi”, di cui vestirà i panni.

“Io, Arlecchino” è un film, in cui vengono contrapposti tre mondi eterogenei, lontani e incompatibili tra loro. Quello televisivo che affascina ma che, nel contempo, abbaglia le menti in modo cinico e superficiale “pretendendo di farsi custode del senso delle cose”. Quello della Commedia dell’Arte che con le sue maschere mette in mostra i vizi e le virtù umane. E, infine, quello della piccolo paese perfettamente integrato con la natura circostante, dalla dimensione umana, conviviale, e lontano dalla vita caotica e tormentosa della città. Da questo contrasto emerge il senso della vita e il recupero della propria identità culturale e della tradizione che, come diceva Gustav Mahler “non è contemplare le ceneri ma passare il fuoco”.

Ci sono storie, come quella raccontata in “Io, Arlecchino” dotate di una particolare magia che le rende, nel contempo, singolari e universali.  “Arlecchino con il suo vestito rimediato, che diviene occasione di stile e di riconoscibilità, è anche il simbolo dell’uomo contemporaneo tutto, un uomo alla ricerca di un’identità che  spesso si deve ‘arrangiare’, trasformando creativamente le poche risorse in qualcosa di nuovo e di piacevolmente rappresentativo del sé”.

Il film ha partecipato al IX Festival Internazionale del Film di Roma (2014), dove Giorgio Pasotti è stato insignito del Premio Akai International Film Fest come Migliore attore. Inoltre, ha partecipato alla XXXVII edizione del Festival du Film Italien du Villerupt e alla rassegna Rencontres du Cinéma Italien dove ha vinto il Premio del Pubblico. Il film sarà nelle sale il prossimo 11 giugno.

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